La protesta, accennata nei giorni scorsi, sembrava essersi sopita, oggi invece è esplosa

Alcune decine di detenuti della Casa Circondariale Pietro Cerulli di Trapani nel primo pomeriggio di oggi sono usciti dai padiglioni e sono riusciti a raggiungere il tetto della struttura eludendo la sorveglianza del personale di polizia penitenziaria. Una cinquantina i detenuti che si possono osservare sul tetto del carcere. Durante la rivolta sono stati dati alle fiamme vari materiali, fra cui indumenti. Dall’esterno di sentono i detenuti rimasti nelle celle sbattere con suppellettili sulle sbarre. Più agenti della polizia penitenziaria sono corsi fuori in più direzioni. Al momento, però, non ci sono conferme su detenuti evasi. Nel frattempo, la Digos è giunta sul posto, e gli agenti antisommossa hanno circondato la Casa circondariale. Anche i Vigili del Fuoco sono giunti a San Giuliano entrando dentro le carceri per spegnere l’incendio appiccato dai detenuti. Nel carcere di Trapani già domenica pomeriggio c’era stata una avvisaglia con una protesta che però è rimasta contenuta a urla e suppellettili battute sulle sbarre della finestra. All’esterno del carcere stazionavano alcuni familiari. Radio carcere, evidentemente ha fatto giungere anche a Trapani quanto sta accadendo negli altri istituti di pena italiani. Oggi la rivolta. Davanti e alle spalle dell’istituto di pena trapanese stanno giungendo pattuglie di polizia e carabinieri. Altro personale della polizia penitenziaria è stato richiamato in servizio per sedare la protesta che, almeno per il momento non è ancora una rivolta. La protesta prende le mosse dal provvedimento della Presidenza del Consiglio dei ministri che per arginare la diffusione del coronavirus ha disposto anche per le carceri italiane le misure di distanziamento sociale, vale a dire interruzione dei colloqui familiari (sostituiti con colloqui telefonici e via skipe). Tra i detenuti e i familiari all’esterno serpeggia però anche la paura di una possibile diffusione del virus tra la popolazione carceraria. La richiesta che avanzano detenuti e familiari è di avere una amnistia o un indulto per motivi straordinari o in subordine la misura restrittiva degli arresti domiciliari.