“L’infinito di amare” è il libro postumo di Sergio Claudio Perroni, che sarà presentato dalla poetessa Cettina Caliò, moglie dello scrittore e custode delle sue passioni.
Venerdì 24 luglio, con inizio alle 18.30 secondo appuntamento della rassegna letteraria “Autori di Sicilia”, curata dall’associazione “Liber…i di scrivere”, nella corte del Castello di Piazza Alicia. “L’infinito di amare. Due vite, una notte” edito dalla Nave di Teseo (maggio 2020), ad un anno dalla scomparsa dell’autore, racchiude, tra le proprie pagine, la fragilità del tempo dell’amore, la sua effimera perfezione, la bellezza degli attimi, in un flusso continuo di pensieri ed emozioni dove gli amanti, “lei e lui cercano di leggere, l’uno negli occhi dell’altra, il senso della loro relazione, gli indizi che facciano intuire future distanze o ulteriori prossimità”. Emerge ancora una volta la grandezza di Perroni, del suo potere comunicativo che rende la letteratura finalizzata al “condividere per con-sentire”. Grande personaggio del mondo culturale italiano, Sergio Claudio Perroni è stato scrittore, curatore di libri, traduttore, adattatore di testi teatrali. Ha pubblicato: “Non muore nessuno” (2007); “Raccapriccio,“Mostri e scelleratezze della stampa italiana” (2007), “Leonilde. Storia eccezionale di una donna normale” (2010); “Nel ventre” (2013); “Renuntio vobis” (2015); “Il principio della carezza” (2016); “Entro a volte nel tuo sonno” (2018). Nel 2015 aveva contribuito a fondare la Nave di Teseo, casa editrice nata come atto d’ indipendenza dalle concentrazioni editoriali, a Elisabetta Sgarbi, a Umberto Eco, a Mario Andreose, e, tra gli altri, ai suoi amici Pietrangelo Buttafuoco, Sandro Veronesi ed Edoardo Nesi. Traduttore di testi di valenza internazionale scritti da James Ellroy, David Foster Wallace, Antoine de Saint-Exupéry ed atri, Perroni ha incantato il suo pubblico con testi fascinosi, ma anche drammatici, trasversali ma forti in cui si confondono mito e storia, il sogno e la realtà, sentimenti di incertezza e di libertà. Vissuto a Firenze e poi a Roma, Perroni ha deciso di ritornare a vivere in Sicilia, terra dei suoi genitori. Proprio a Taormina, Perroni ha dedicato i suoi ultimi anni di vita alla stesura de “L’infinito di amare”, un testo a cui ancora una volta si era dedicato, con una dizione sospinta dal flusso di coscienza, “solo per il piacere assoluto di scrivere senza pensare a niente”. Nasce un’opera struggente e forte, tra fugaci sensazioni di incertezze e frammenti di vitalità. “Un tentativo estremo di dire, con la sua solita precisione chirurgica – come descritto dalla moglie Cettina Caliò -, la grazia e l’indefinitezza del desiderio, e trattenere ogni luce che fa dell’amore l’amore”. L’incontro, libero e gratuito, sarà allietato dalle melodie della violinista Graziana Sanfilippo.