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sabato, Aprile 27, 2024
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La Madonna di Custonaci e la devozione al tempo del Covid

di Mario Torrente

Ieri a Custonaci e al Erice si sono tenute le celebrazioni in onore della Patrona dell’Agroericino. Non potendosi tenere le processioni, le due immagini della Madonna sono state portate davanti il portone del Santuario e nel sagrato del Real Duomo.

Le campane hanno suonato alle 19 in punto sia dalla torre campanaria della Matrice di Erice che dal Santuario di Custonaci, echeggiando per tutto l’Agroericino. Trasmettendo tutto il carico di fede e devozione per Maria Santissima. E regalando forte emozioni. Quest’anno non si sono potute tenere le tradizionali processioni del quadro della Madonna per le strade del borgo medievale e della città dei marmi. Le misure anticovid non hanno permesso nemmeno di tenere lo sbarco a Cornino e la rievocazione dei trasporti ad Erice. Ma il coronavirus non ha intaccato il legame con la Patrona dell’Agroericino. Tutt’altro. Ogni momento è stato vissuto forse in maniera ancora più intensa ed interiore. Senza la folla richiamata dagli eventi a contorno del corteo religioso. Solo preghiere e veri momenti di devozione per la Vergine. E così alla fine le campane hanno suonato forse come non avveniva da un po’ o vedere l’immagine della Madonna sul sagrato e davanti il portone del Santuario di Custonaci ha regalato delle emozioni ancora più intense. Tutto, ogni singolo momento, è stato vissuto in maniera diversa permettendo di dare un valore anche al singolo gesto di entrare in chiesa e fare una preghiera. Quest’anno la Madonna di Custonaci è andata in processione direttamente nei cuori della gente. Facendo riscoprire la devozione di un tempo, quando si chiedeva una grazia o l’intervento di Maria Santissima in caso di carestie e pestilenze. Tra l’altro la grande stella in oro del quadro ericino venne messa proprio dopo una epidemia di peste che risparmiò la comunità muntisa, come ricordato da don Piero Messana, che ha annunciato l’intenzione di fare tornare delle spighe in oro, come era un tempo, nelle mani del bambinello. Un simbolo che, a futura memoria, ricorderà il difficile periodo dell’epidemia da coronavirus. Che alla fine ha permesso di vivere le celebrazioni in onore di Maria Santissima in maniera diversa. Per molti facendo riscoprire l’autenticità di un momento religioso senza folle e calche di gente, magari più interessate agli eventi a contorno della festa che ad altro. Così, alla fine, i festeggiamenti di quest’anno più che sotto tono per le misure anti-covid hanno finito col rinsaldare ancora di più il legame tra le comunità dell’Agroericino e la loro Patrona. Che forse, in questo difficile 2020, ha trasmesso ancora più speranza per il futuro, rasserenando gli animi e scaldando i cuori. Come fa, del resto, da cinque secoli a questa parte. Soprattutto nei momenti difficili in cui c’è bisogno di aiuto.

LA PHOTOGALLERY DELLA CERIMONIA TENUTA A CUSTONACI

LE FOTO DELLA CERIMONIA TENUTA AD ERICE

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