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venerdì, Aprile 26, 2024
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La vittoria di Biden ed il populismo di Trump

Il commento dell'ex sottosegretario agli Esteri Craxi sul voto americano.

Sul voto negli Stati Uniti, che tuttora continua a far discutere per le affermazioni – un po’ farsesche a detta di tutti i maggiori commentori dei media americani – di “illegalità” sostenute dal Presidente uscente Donald Trump è intervenuto anche l’ex sottosegretario agli Esteri Bobo Craxi, eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati nel 2001 proprio nel collegio trapanese. L’ex parlamentare è un profondo conoscitore delle vicende dell’alleato del “Patto Atlantico” anche e soprattutto per il ruolo di Presidente del Consiglio avuto dal padre Bettino che ha tenuto con l’America sempre uno stretto rapporto politico non immune, tuttavia, da forti momenti di tensione come quelli legati alla “crisi di Sigonella” in Sicilia nell’ottobre del 1985. Ecco il commento di Craxi:

“La vittoria di Biden è lenta ma inesorabile, il farraginoso sistema elettorale americano e le contestazioni politiche e giuridiche del Presidente uscente ritarderanno l’esito compiuto, ma la pagina è voltata.
Chi si illude che il Mondo si troverà dinnanzi un’America diversa resterà deluso. I miasmi profondi di un paese che ha pagato duramente il collasso del Capitalismo finanziario, la crisi economica e lo spavento di non poter essere più in grado di corrispondere con la realtà al desiderio di restare ancorati al sogno americano che ha reso quel popolo orgoglioso di esserlo.
L’auto-sufficienza trumpiana ha generato l’illusione che quello fosse il miglior sistema per uscire dalle crisi e dalle paure, un maggiore interventismo economico dello Stato unito ad una robusta dose di autoritarismo è apparsa una soluzione praticabile ma non risolutiva.
La risposta americana all’offensiva cinese era quella di riconsiderare il proprio approccio multilaterale ed arroccarsi in una presunzione isolazionista menando fendenti a destra ed a manca dissolvendo lentamente il proprio legame atlantico e rigenerando il volto di una super-potenza che aveva perso fiducia in sé stessa. Biden e i Democratici dovranno ricostruire la presenza americana nel Mondo tenendo conto che il Populismo Trumpiano ha fallito la missione elettorale ma non è finito, e dovranno correggere le distorsioni di una leadership che ha offerto una via d’uscita autoritaria alla crisi economica. In un certo senso verrà salvaguardato l’impianto sociale che è parte consistente della azione dei populisti nel mondo ma spurgandolo dalle spinte autoritarie. Il maggior intervento dello Stato nella vita pubblica incontrerà il favore di diversi settori della politica Americana tanto in campo democratico che repubblicano; La presenza di una nuova classe dirigente ( in particolare femminile) giovane e di approccio socialista e democratico potranno essere di grande stimolo ed aiuto a quello che potrebbe apparire come una seconda fase del “New Deal” che paradossalmente scaturisce dalla vittoria di un grande outsider della vita pubblica come Trump che ha saputo intercettare umori nascosti e profondi che non si sopiranno nel giro di pochi anni.
Il Continente Europeo ha tenuto il fiato sospeso perché sappiamo che l’onda lunga del populismo che è arrivata sulle coste dell’Atlantico è stata propagata dalla sponda occidentale europea che ha generato per prima i movimenti politici e reazionari che hanno fatto fronte alla crisi del Capitalismo Globale restringendosi nella logica sovranista e populista. Oggi quella stessa Europa è chiamata ad esprimere un sostegno pieno ed attivo verso i cambiamenti che possono occorrere in America e dovra sostenere Biden nella difficile opera di ricucitura interna ed internazionale.
L’Italia ha mostrato una posizione di attesa nei confronti degli esiti delle Presidenziali Americane, è evidente vi è nel nostro paese un fronte ampio di sostegno alle politiche isolazionistiche e sovraniste che ha trovato in Trump una espressione paradigmatica. Se la destra tradizionale ha vissuto il sostegno alla causa repubblicana come naturale, è evidente che la declinazione nostrana del trumpismo (ovvero intervento pubblico nell’economia e autoritarismo sul piano dei diritti) è rappresentata dalla parabola (ora discendente) del Movimento di Grillo e Casaleggio prima maniera; Infatti si è colto tutta la difficoltà dello stesso Premier Conte ad esprimere con nettezza ( al contrario di Merkel e Macron che si sono abbondantemente spesi per la vittoria dei Democratici) la propria inclinazione e scelta di campo. L’Europa deve e può accogliere il ritorno ad una politica multilaterale e comprensiva del dialogo politico ed economico nel Mondo che può essere alla base del mandato di Joe Biden, L’Italia deve rompere gli indugi ed inviare subito un invito formale alla nuova Presidenza quando ufficialmente eletta perché possa essere ospitato qui a Roma, nella nostra Capitale, dove è nata formalmente l’Unione sessantatré anni orsono nel mese di Marzo.
L’Europa ha sempre avuto bisogno di rinsaldare legami storici che non si sono mai spezzati con l’alleato atlantico, ma oggi più che mai è l’America a dover essere aiutata ad uscire dall’avvitamento di un isolazionismo che ha modificato profondamente lo spirito culturale e politico dell’Occidente. Assieme, lo ha dimostrato anche la tragedia della Pandemia, è possibile venire a capo dei grandi dilemmi del nostro tempo, si potranno sbagliare le rotte ma non gli approdi di un Mondo che smarrendo il senso della propria interdipendenza ha generato processi di distanziamento ed estraniamento che hanno finito per peggiorare le situazioni per tutti mettendo a rischio la pace, la sicurezza e la convivenza fra popoli diversi.
Ad un gigante democratico in crisi, come gli Stati Uniti d’America, non posso sostituirsi modelli politici ed economici fondati su pilastri che contraddicono i modelli di società libere e democratiche che sono alla base dell’affermazione dell’Occidente del Mondo. Libertà e Democrazia che sono il lascito più cospicuo della tradizione e della Storia Americana che oggi vanno più che mai sostenute ed affermate.”

On. Bobo Craxi

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