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giovedì, Maggio 9, 2024
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Il fascino senza tempo del presepe

di Mario Torrente

Quella del presepe è una tradizione molto antica, che va avanti da secoli tra fede e tradizione. In queste settimane nelle chiese e nelle abitazioni delle famiglie cristiane ha preso forma la rappresentazione della nascita di Gesù. E proprio quest’anno il presepe compie 800 anni. La prima rappresentazione della Natività risale infatti al 1223, in una grotta di Greccio, dove San Francesco d’Assisi, di ritorno dalla Terra Santa, durante la messa della Notte di Natale organizzò il primo presepe vivente, con tanto di bue e asinello. Venne infatti ricreata quella “mangiatoia” (presepe significa proprio mangiatoia, stalla) che dalla notte di Natale del 1223 a Greccio si è diffusa praticamente in tutto il mondo, riproposta in questi otto secoli in tante forme e modalità, ma sempre mantenendo in suo significato originario della Natività.

La tradizione presepiale si è poi affermata dal 1500 e fu proprio nel Regno di Napoli che si consolidò l’usanza di allestire la Natività nelle chiese. Così, in questi ottocento anni, il presepe (si dice presepe, non presepio, che rappresenta invece la forma dialettale) è diventata una vera e propria arte, con capolavori dell’artigianato realizzati con materiali diversi. A Trapani erano famosi quelli realizzati in corallo, ma non solo. Alcuni di queste vere e proprie opere d’arte sono custodite al Museo Pepoli. Altre hanno raggiunto diverse parti del mondo, con un preciso filo della tradizione che continua a legare generazioni, famiglie e comunità. Dalla più piccola rappresentazione della Natività fatta a casa fino al grandi Presepe Viventi con decine e decine di figuranti. Passando da ogni luogo dove pulsa la fede cristiana ed il senso del Natale.

Il presepe è un po’ come una grande fotografia che immortala un preciso momento che ha segnato la storia ed a cui è partito un nuovo cammino che dura da ben duemila anni. Ed in questa grande fotografia ogni personaggio viene inquadrato nel suo ruolo in un preciso momento, con espressioni e “movimenti” che compongono il grande puzzle presepiale, con le prospettive che dal quadro di insieme portano fin dentro alla ricerca di ogni particolare.

Ogni personaggio ha poi il suo signigicato, così come i vari angoli della rappresentazione della Natività, tra pastorelli, pecorelle ed i tanti mestieri che fanno prendere forma al “villaggio” che racconta la nascità di Gesù. Ma ci sono anche molti altri simboli, come il pozzo, la palma, a fontana, il fiume, il mulino, il forno, la barca e l’osteria. Non possono mancare i recinti con gli animali e tutto ciò che risce a rendere magico e avvolgente il presepe, che con i suoi dettagli e le luci risce a catturare l’immaginazione, accompagnando chi lo osserva in un viaggio in quel mondo senza tempo dove viene celebrata la nascita di Gesù. Così ogni espressione e posa dei pastorelli assume, in un quel contesto unico ed irripetibile, un significato che riesce ad andare oltre il “prae” e “saepes”, il recinto chiuso che indica la mangiatoia. Dove è racchiuso il senso del tutto e dove prende forma la bellezza ed il meraviglioso messaggio del Natale.

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