L’associazione trapanese Erythros, d’intesa con la Associazione antimafia “Rita Atria”, questa sera alle 19 deporrà un mazzo di rose rosse sotto la targa che, a Trapani, indica la piazzetta intitolata alla giovane testimone di giustizia, morta suicida a Roma il 26 luglio del 1992, a una settimana dalla strage di via d’Amelio.
Il verde urbano della piazzetta Rita Atria fu risistemato proprio da Erythros, un paio di anni fa, contestualmente ad un intervento realizzato proprio dalla associazione nell’ambito di un progetto di “Arricchimento Arboreo del Comune di Trapani” in un’area compresa tra le vie Barraco e Augello.
Oggi Erythros rende omaggio a Rita Atria nel 31 anniversario della morte, esprimendo il rammarico per una verità non compiuta sul suo “suicidio”. Anche per questa ragione questa sera alla deposizione del mazzo di rose non sono state invitate le autorità, rappresentanti di uno Stato che ancora molto dovrebbe chiarire sulle circostanze misteriose del “suicidio”. Ancora tanto ci sarebbe da indagare, come hanno espresso la sorella Anna Maria Atria e Nadia Furnari, fondatrice dell’«associazione Rita Atria», nell’avanzare richiesta di riapertura indagini sulla morte della 17enne che rivelò al magistrato Paolo Borsellino alcune trame della mafia di Partanna. Il giudice divenne per Rita come un padre. Nel suo diario gli investigatori hanno trovato queste parole vergate dopo la morte del giudice: “Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita. Tutti hanno paura, ma io l’unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi… Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta”.