Tra i 118 futuri ufficiali della Marina Militare che ieri all’Accademia di Livorno hanno gridato “lo giuro!” anche quattro ragazze e sette ragazzi siciliani provenienti da Siracusa (due di loro), Portopalo di Capo Passero, Francofonte, San Filippo del Mela, Trapani, Aragona, Acireale, Capo D’Orlando, Misterbianco, Mazara del vallo. Presente il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone e il comandante delle scuole della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino, l’Accademia Navale di Livorno è stata, per la prima volta, testimone del grido degli allievi senza la presenza di parenti e amici più cari per le precauzioni da seguire per prevenire contagi da COVID-19. I familiari e gli amici hanno però potuto seguire attraverso una diretta streaming sui Social della Marina Militare la formula del giuramento, con la quale gli allievi hanno consacrato il loro legame alla Repubblica.

«L’Accademia cercherà di insegnarvi quanto è importante il mare, che è l’ambiente dove voi lavorerete in futuro, quanto sia importante per il nostro Paese, quanto siamo legati e vincolati a questo dominio, per la nostra economia, per la nostra democrazia e per la nostra sicurezza – ha detto l’ammiraglio Cavo Dragone -. La Marina ha bisogno di donne e di uomini capaci, convinti, energici, eclettici, che possano proseguire e far continuare a vivere quegli ideali che hanno animato noi e tutti i nostri eroi e fare in modo tale che la Marina rispetti e porti egregiamente a termine le missioni che il nostro Paese ci affida».

A causa delle restrizioni per il contenimento dei contagi da COVID-19 il Giuramento si è svolto in forma statica, rimandando al prossimo anno tradizioni secolari quali il consueto defilamento della Bandiera nazionale e degli allievi lungo Viale Italia o la caratteristica “ritirata degli allievi” la sera prima del giuramento, nella quale i giuranti avrebbero sfilato, accompagnati dalla Fanfara dell’Accademia Navale, da Terrazza Mascagni sino all’ingresso in Istituto attraverso il varco di San Jacopo.