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sabato, Maggio 18, 2024
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La rinascita di Martogna

Dopo il terribile incendio che lo scorso anno ha devastato il versante ovest della montagna di Erice, a Martogna ed a Sant'Anna la Natura sta tornando a prendersi i suoi spazi con un rifiorire e germogliare di piante.

di Mario Torrente

Martogna rinasce! A quasi un anno dal terribile incendio che ha divorato quasi mezzo bosco, l’area demaniale devastata dal fuoco sta tornando verde, con i colori della primavera di nuovo protagonisti di questo versante della montagna di Erice con vista grande bellezza su Trapani ed il mare delle isole Egadi. Purtroppo tanti alberi non ci sono più. Completamente bruciati e ridotti a scheletri senza vita, sono stati tagliati nei mesi scorsi nell’ambito dei lavori di messa in sicurezza dell’area. Praticamente al centro dell’area demaninale si è creato un vuoto, mentre attorno c’è da vedere se altre piante, bruciate nei tronchi, riusciranno a sopravvivere. Ci vorrà del tempo. Intanto il verde è tornato a ricoprire il terreno, facendo da contrasto con gli arbusti ed i tronchi anneriti dal fuoco. Insomma, Madre Natura sta reagendo e pian piano si sta riprendendo i suoi spazi. Ma per rivedere il bosco come un tempo ci vorranno decenni.

Molte piante stanno germogliando così come i piccoli alberelli che stanno venendo su. Ma servirà anche l’aiuto dell’uomo. Nelle scorse settimane è arrivata la deroga, da parte dell’assessorato regionale territorio ambientale, che permetterà di avviare lavori di selvicoltura. Questo vuol dire che non bisognerà aspettare i cinque anni previsti dalla normativa ma si potrà interventi subito per contrastare il dissesto idrogeologico.

Gli alberi di Martogna vennero infatti impiantati dalla fine degli anni Settanta anche per contrastare il rischio di frane e smottamenti, grazie all’importantissima opera di ancoraggio al terreno svolta dalle radici. Ed anche la vegetazione del sottobosco svolge un’importantissima funzione per drenare le acque piovane. Insomma, gli alberi, oltre a dare ossigeno in cambio di anidride carbonica e frescura nelle giornate di caldo torrido, svolgono un’importantissima funzione per trattenere il terreno, evitando cedimenti e limitando anche l’erosione del suolo grazie alle chiome. Sono praticamente delle opere di ingegneria idraulica, le migliori, per fronteggiare il rischio di frane e trattere le acque piovane, svolgendo quindi una fondamentale funzione di drenaggio.

Ed è proprio in quest’ottica di prevenzione per quel che riguarda il dissesto idrogeologico che venne impiantato il bosco di Martogna, proprio dopo le alluvioni degli anni Sessanta e Settanta, nell’ambito di un progetto sviluppato in collaborazione con il Centro Ettore Majorana. Vennero realizzate altre opere, come i canali di gronda ed un sistema di raccolta delle acque piovane. Ed in questa pianificazione i boschi ebbero un ruolo fondamentale. Motivo per cui negli anni Ottanta la Forestale portò avanti un preciso piano di rimboschimento e nella montagna di Erice furono diverse le aree interessate da questi lavori, tra cui Martogna, San Matteo e lo stesso bosco che costeggia le mura Elimo Puniche di Erice scendendo per viale delle Pinete, Porta Spada e la Casazza. Ma si piantarono alberi anche a Sant’Anna, Case Bulgarella, Mischi, al Pietrale ed ai Runzi.

Fu così che il Monte si ritrovò avvolto in un grande mantello verde che oggi, incendio dopo incendio, non esiste più. E che andrebbe ricostituito. Oggi, al tempo della crisi climatica e delle bombe d’acqua che portano allagamenti e disastri, c’è un disperato bisogno di avere più alberi. Ovunque. Ma principalmente in montagna, dove i boschi servono anche proteggere il territorio sottostante, dove ci possono essere case o interi centri urbani come nel caso di Martogna. Un motivo in più per fare presto e aiutare Madre Natura nella sua opera di rinascita del patrimonio verde, da tutelare, difendere e fare crescere.

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