La scomparsa di Denise Pipitone da Mazara del Vallo, il primo settembre del 2004, e soprattutto le complesse fasi delle indagini e delle ripetute inchieste della magistratura marsalese, diverranno oggetto d’esame di una Commissione parlamentare d’inchiesta. La proposta che ha fatto partire l’iter di costituzione dell’organismo parlamentare è stata avanzata dai deputati del Pd Alessia Morani e Carmelo Miceli e sottoscritta da altri 30 parlamentari.

Oggi la prima seduta in commissione Affari costituzionali per l’istituzione della commissione. Le ragioni per istituire una commissione parlamentare di inchiesta si leggono nel testo all’esame della commissione affari istituzionali: la scomparsa di Denise Pipitone – scrivono i proponenti, «appare ancora oggi avvolta da troppi misteri, segnata da gravi incongruenze, lambita da evidenze che portano a sospettare l’esistenza di più di un depistaggio, di un inquinamento di prove e di false testimonianze».

La scomparsa della bimba mazarese, che oggi avrebbe 23 anni, ha fatto emergere a livello nazionale l’impressionante dato di circa 62mila persone scomparse ancora da ritrovare in Italia, di cui circa 45 mila minori. La Commissione parlamentare d’inchiesta, lo ricordiamo, è regolata dall’articolo 82 della costituzione ed ha gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria.

I parlamentari intendono esaminare il materiale relativo alla scomparsa di Denise raccolto a seguito delle indagini dalle Forze dell’ordine e dalla magistratura e delle ricerche realizzate dai mezzi di comunicazione. Inoltre verificherà se vi siano stati condotte superficiali, omissioni, azioni, inadempienze che abbiano costituito o costituiscano ancora ostacolo, ritardo o difficoltà per l’accertamento della verità.

La notizia della istituzione della commissione è stata accolta con favore da Piera Maggio e Pietro Pulizzi, mamma e papà di Denise con l’auspicio che si faccia chiarezza su tutta la vicenda.