«Le investigazioni svolte nell’ambito del presente procedimento hanno consentito di accertare che l’elezione di Antonino Accardo alla carica di Sindaco del Comune di Calatafimi Segesta il 28 aprile 2019 è stata determinata da una “compravendita” di voti, portata avanti dallo stesso Accardo e da soggetti a lui vicini». Così scrivono i PM nell’ordinanza con la quale ieri sono state fermate 13 persone per reati diversi tutti aggravati dalla associazione mafiosa. Una bomba sul piccolo centro Belicino che mette in discussione ruolo e autorevolezza del sindaco, raggiunto da un avviso di garanzia, che nel primo interrogatorio davanti al magistrato ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Le accuse, ovviamente, sono tutte da dimostrare ma gli atti processuali, al netto della eventuale aggravante del metodo mafioso, avrebbero fondatezza in riscontri testimoniali, diretti e indiretti, intercettazioni telefoniche e ambientali. In una di queste l’interlocutore del sindaco è un cittadino che si lagna di una questione cui Accardo non darebbe adeguato peso. A fronte della dimostrata indifferenza l’interlocutore del sindaco Accardo rinfaccia: «certo .. sono venuti anche cristiani qua … lì … che mi hanno dato i soldi… mi hanno dato per farlo salire a lei». E ancora nel proseguo della telefonata si ascolta il cittadino affermare «… che lei è salito grazie la coi voti che gli abbiamo fatto comprare qua». Circostanza che il cittadino ha confermato durante un interrogatorio davanti gli investigatori della Squadra Mobile di Trapani e poi ribadito ad un amico che era con lui. Conversazione, quest’ultima, pure intercettata con gli ambientali dai poliziotti. In questa sorta di confessione genuina il cittadino ribadisce quanto dichiarato agli investigatori, ignaro di essere ascoltato.