“Devi morire”, “morirai di parto”, “ritorna al tuo paese”, “è nato lo sgorbio?”. Sono solo alcune delle frasi, un campionario di epiteti, minacce e auguri di malasorte, che una donna di 33 anni, P.C. della provincia di Trapani, per quasi due anni ha postato via Facebook a un’altra donna, nuova compagna del suo ex fidanzato. L’incauta stalker informatica è stata denunciata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Trapani al termine di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica. Le indagini sono state avviate lo scorso mese di marzo proprio su querela della vittima della persecuzione. Formalmente una denuncia contro ignoti perché i messaggi ingiuriosi le minacce non erano firmate ma riferibili a profili facebook fake denominati “occhi blu” e Lady D.”, non riconducibili a persone di sua conoscenza. I messaggi riportavano pesanti frasi offensive e minacciose anche nei confronti del compagno e del bambino che insieme avevano avuto. In un messaggio la donna ha anche ricevuto la foto di un’ecografia con la scritta “il figlio che ha avuto con un’altra prima di te”. Insomma un vero incubo, degno della migliore sceneggiature del tipo “Relazioni pericolose”. Ma la realtà a volte supera ed è ben più “pesante” della fantasia. Due anni di continue offese e minacce, mettono alla prova la stabilità emotiva di chiunque, al punto da temere per la propria incolumità e per quella dei familiari; al punto da fare cambiare abitudini di vita. La denuncia alla Polizia Postale ha spezzato questo circolo vizioso. Gli agenti hanno cominciato con il ricostruire le relazioni dell’uomo, compagno della vittima. Anche lui nel passato oggetto di lettere anonime dopo che aveva lasciato una ragazza con la quale aveva avuto una brevissima relazione. Proprio su questa ex si sono concentrate le indagini tecniche. Acquisiti con decreto del PM gli accessi ai profili sospetti e ai tabulati telematici è emerso che dietro ai profili fake denominati “occhi blu” e Lady D.” si celava proprio l’ identità della 33enne P.C., ex fidanzata del compagno della donna che aveva presentato querela. Lo scorso 15 luglio gli agenti della Polizia Postale hanno notificato a P.C. l’avviso di conclusione delle indagini del Pubblico Ministero di Trapani e contestualmente è stata ammonita: nel caso perseverasse in comportamenti dal tenore analogo a quelli denunciati, la Procura potrà anche richiedere al GIP una misura cautelare personale che potrà giungere fino alla custodia cautelare in carcere.